In uscita il libro “Quella Meraviglia del Nostro Corpo Umano” con la partecipazione del dottor Tommaso Ferroni

Dal Convegno “Quella Meraviglia del Nostro Corpo Umano” che si é tenuto presso Villa Medicea di Artimino sabato 20 novembre 2021 con la partecipazione di importanti medici e professori, è stato creato il libro che raccoglie gli interventi dedicati al corpo e alla sua interconnessione con l’ambiente.

Il dottor Tommaso Ferroni, Presidente dell’Associazione Kairos Osteopatia, ha contribuito con l’articolo intitolato “I Ritmi della Salute in Osteopatia” che riportiamo di seguito:

I RITMI DELLA SALUTE IN OSTEOPATIA

L’osteopatia è una medicina manuale che, su indicazione del proprio Padre Fondatore Andrew Taylor Still (1828-1917), si basa sulla Ricerca della Salute. Non tratta quindi la malattia o la patologia, ma si incentra sul sostegno della salute del paziente, attraverso la ricerca dei ritmi corporei, da quelli più facilmente percepibili come il ritmo circolatorio o il ritmo respiratorio, a ritmi più sottili, difficili da palpare, delicati, ma allo stesso tempo molto potenti, tanto da poter dissipare disfunzioni a vario livello nel corpo.

Tali ritmi sottili riguardano la “Respirazione Primaria”, così denominata dal Dottor Sutherland (1873-1954), in quanto, a livello embriologico, secondo gli studi del dottor Blechschmidt (1904-1992), questo tipo di respirazione arriva prima degli altri ritmi. Si tratta di un ritmo molto lento, con fasi di ispirazione ed espirazione di 15, 30 o 50 secondi ciascuna e anche oltre. Attraverso la connessione che l’osteopata crea con questi ritmi sottili si va a ricercare e sostenere la salute del paziente, il quale, tramite l’approccio manuale dell’operatore, entra in una condizione di rilassamento profondo che viene definito “Neutro”, con una connotazione neurofisiologica di riduzione ai minimi termini dell’attività del Sistema Nervoso Simpatico.

In seguito a questa condizione di “Neutro”, il paziente entra nella possibilità di totale autoregolazione, attraverso una fase prolungata di inspirazione. Il trattamento osteopatico quindi non corregge e non cura, ma mette il sistema nelle condizioni di autoregolarsi al meglio e di conseguenza di autocorreggersi e, in ultima analisi, di autoguarirsi.

Il grande lavoro è fatto quindi proprio dal paziente. L’operatore in questa modalità di approccio è come un osservatore il più possibile afferente e sgombro da pregiudizi. Ecco perché è molto importante che sia il paziente stesso a richiedere il trattamento, che ci sia una volontà effettiva nel prendersi cura di sé. Capita infatti che dopo aver preso appuntamento, la persona arrivi dall’osteopata dichiarando di sentirsi già meglio rispetto a prima, senza nemmeno aver iniziato il trattamento manuale. Questo già per il fatto di aver preso coscienza della propria richiesta di aiuto. Ecco che l’integrazione “mente, corpo e spirito”, immaginata dal dottor Still, rappresenta la condizione necessaria per il ristabilirsi della salute.

L’osteopata accoglie il paziente mettendo in campo la più ampia capacità di ascolto manuale, attraverso l’utilizzo del tatto e del contatto. Il tocco delle mani su un singolo punto del corpo si espande, durante la seduta, verso l’ascolto e la percezione di tutto il sistema, per sentirlo nella sua globalità. Le mani non rappresentano un confine tra l’operatore e il paziente, ma una continuità.

E’ proprio nella globalità della persona che lavora l’osteopatia, in modo da percepire dove si trovano eventuali tensioni fasciali o irrigidimenti della struttura derivati, ad esempio, da lesioni cutanee per cause cicatriziali, come traumi, tagli cesari, appendiciti. Ciò può determinare una densità fasciale che, attraverso un contatto basato su un particolare approccio tecnico, può essere desaturata, anche a distanza di molti anni dalla lesione stessa. Tale concetto vale ugualmente per le lesioni ossee che determinano zone di densità, le quali nel corso della vita possono creare spine irritative e determinare frammentazioni nel sistema.

L’osteopata, suffragato da un’accurata competenza tecnica e dalla conoscenza dell’anatomia e della fisiologia, utilizza il suo approccio globale al fine di ricercare le cause di disomogeneità che, oltre a lesioni corporee, possono essere dovute anche a traumi emotivi. Quest’ultimi infatti possono creare uno shock sul sistema, riducendone il movimento in uno dei livelli di cui l’osteopatia si occupa, ovvero il livello strutturale, legato alle articolazioni, ossa e muscoli; il livello viscerale, che unisce e interagisce con i vari organi; e il livello craniale, legato alle membrane craniche, l’encefalo, il midollo spinale e l’osso sacro con la sua connessione con la dura madre.

Attraverso l’ascolto, la sintonia e l’armonia con i ritmi sottili, il trattamento manipolativo osteopatico può determinare le condizioni di omogeneità nel paziente che permettono un efficace meccanismo di autoregolazione.

Succede spesso infatti che il paziente, dopo il trattamento, nonostante possa comunque mantenere i sintomi del disturbo, si senta più sereno, abbia un atteggiamento meno sofferente, riesca a concentrarsi meglio, in generale noti un miglioramento della qualità della vita. E’ in questo contesto che si inserisce l’osteopatia, la quale non punta quindi alla risoluzione del problema, ma al mettere il sistema nelle condizioni di potersi prendere carico della propria problematica e, attraverso il sostegno dato dal campo operatore – paziente, a creare le premesse perché sia la persona stessa ad autoregolarsi al meglio, in modo che la situazione non sia più di tanto un disturbo nella sua quotidianità.

Ciò avviene sia nel paziente adulto, che sceglie coscientemente di prendersi cura di se, sia nel bambino e nel neonato, entrando nella sfera dell’osteopatia pediatrica, in cui, nonostante non si abbia inizialmente una vera consapevolezza, si ha poi solitamente un’accoglienza più pura, senza filtri, più incline all’affidarsi all’operatore e al lasciarsi andare.

La codificazione, attraverso prove su di sé, del Meccanismo Respiratorio Primario, individuato dal Dottor Sutherland, ha segnato il primo passo verso lo studio dei ritmi sottili. Il Meccanismo Respiratorio Primario già di per sé rappresenta una rivoluzionaria modalità di osservazione del funzionamento della fisiologia, che è stata poi rivista e strutturata da osteopati di grande fama, come il dottor Magoun (1898-1981). Il dottor Sutherland negli ultimi anni di vita percepì ritmi ancora più lenti, delicati, sottili, che definì Respirazione Primaria. Il rallentare di questi ritmi porta il paziente a livelli di salute sempre più evoluti.

Bibliografia

Andrew Taylor Still – “Osteopatia: ricerca e pratica” ; ed. Castello Editore.

Andrew Taylor Still – Filosofia e Principi Meccanici dell’Osteopatia ; ed. Castello Editore

Andrew Taylor Still – Filosofia della Osteopatia ; ed. Castello Editore

W. G. Sutherland – La sfera craniale ;  ed. Futura Publishing Society

W. G. Sutherland – Insegnamenti nella Scienza Osteopatica ; ed. Edizioni Centro Osteopatico

Harold Ives Magoun – Osteopatia in Ambito Craniale ; ed. Futura Publishing Society

Rollin E. Becker – La vita in movimento ; ed. Futura Publishing Society

Rollin E. Becker – La quiete della vita ; ed. Edizioni Centro Osteopatico